mercoledì 7 ottobre 2009

I responsabili dello scoppio della guerra

(I. V. Stalin, “Pravda”, 30 novembre 1939)

(…)

a) non è stata la Germania ad attaccare la Francia e l’Inghilterra, bensì la Francia e l’Inghilterra hanno attaccato la Germania, assumendosi la responsabilità della guerra in corso;
b) dopo l’inizio delle ostilità, la Germania si è rivolta alla Francia e all’Inghilterra con proposte di pace, appoggiate dall’Unione Sovietica, perché essa ha sempre ritenuto, e continua a ritenere, che una rapida cessazione della guerra alleggerirebbe in modo radicale la situazione dei popoli e dei paesi tutti;
c) i circoli governativi dell’Inghilterra e della Francia hanno brutalmente respinto sia le proposte di pace della Germania che i tentativi dell’Unione Sovietica intesi a ottenere quanto prima la cessazione del conflitto.
Questi sono i fatti.
Che cosa possono contrapporre a questi fatti i politici da café-chantant dell’agenzia Havas?

Von Ribbentrop al Cremlino

Ero conscio della particolare responsabilità di quella missione, avendo io stesso proposto al Fuehrer di fare il tentativo di un’intesa con Stalin. Era in genere possibile un compromesso dei mutui interessi? A quel tempo le missioni militari inglese e francese a Mosca trattavano ancora col Cremlino circa l’ideato patto militare. Per quanto stava in me avrei fatto di tutto per conseguire un accordo. Erano questi i pensieri che mi agitavano quando il nostro aereo si stava avvicinando a Mosca, dove accanto alle bandiere dell’Unione Sovietica sventolavano quelle del Reich. Fummo ricevuti dal nostro ambasciatore conte Schulenburg e dall’ambasciatore russo Potemkin. Dopo aver passato in rivista una compagnia d’onore delle forze aeree sovietiche, il cui atteggiamento e aspetto facevano senza dubbio una buona impressione, guidati da un colonnello russo ci recammo all’ex ambasciata austriaca, dove alloggiai durante il mio soggiorno a Mosca. (…) Dopo un breve e formale saluto ci sedemmo in quattro intorno a un tavolo: Stalin, Molotov, Schulenburg ed io. (…) Al principio del colloquio esternai il desiderio della Germania di porre le relazioni tedesco-sovietiche sopra un nuovo piano, e di trovare un accordo degli interessi in tutti i campi, volendo intenderci con la Russia per lunghissimo tempo. Ricordai a tale proposito il discorso di Stalin tenuto in primavera, nel quale a nostro avviso aveva espresso propositi analoghi. (…) Parlò Stalin, breve e conciso, senza spendere molte parole; ma ciò che disse era chiaro, inequivocabile e mostrava, come mi sembrò, pure da parte sua il desiderio di giungere a un compromesso e a un’intesa con la Germania. (…) La risposta di Stalin era tanto positiva che, dopo la prima spiegazione fondamentale, nella quale fu constatata la reciproca buona disposizione a concludere un patto di non aggressione, si poté passare subito alla parte materiale della delimitazione dei mutui interessi ed in ispecie alla crisi polacco-tedesca. Durante le trattative regnò un’atmosfera favorevole, benché i russi fossero conosciuti quali diplomatici duri. Le sfere d’interessi nei paesi situati fra la Germania e l’Unione Sovietica furono circoscritte. La Finlandia, la più gran parte degli Stati baltici, come altresì la Bessarabia, vennero dichiarati appartenenti alla sfera sovietica. Per il caso dello scoppio di un conflitto tedesco-polacco che, data la situazione vigente non sembrava escluso, fu convenuta una linea di demarcazione. (…)

Stalin si alzò per tenere un breve discorso, nel quale parlò di Hitler come dell’uomo che sempre aveva straordinariamente ammirato. Con parole molto amichevoli espresse la speranza che con i trattati testé conclusi si sarebbe avviata una nuova fase delle relazioni tedesco-sovietiche. (…) Stalin m’avevafatto sin dal primo momento del nostro incontro una forte impressione: era un uomo di grande levatura. Il suo modo d’esprimersi freddo, quasi asciutto, eppure così preciso, e la durezza, ma altresì l’ampiezza di vedute nel condurre le trattative, mostravano che la sua fama non era immeritata. Il corso delle mie discussioni e conversazioni con Stalin mi procurò un chiaro concetto della forzae potenza di quest’uomo, il cui cenno era diventato un ordine fino nel più lontano villaggio dell’immensa Russia, e che era riuscito a fondere i duecento milioni d’individui del suo regno, come nessuno era stato in grado di farlo.

(Joachim von Ribbentrop, Fra Londra e Mosca, Bocca, Roma 1954, pp. 220-225)

Il patto di non aggressione

(Lettera di I. V. Stalin ad A. Hitler, 21 agosto 1939)

(…) Reali divergenze d’interessi fra la Germania e l’URSS non sussistono. Gli spazi vitali della Germania e dell’URSS si toccano, ma non si urtano nei loro bisogni neutrali. Manca quindi a priori ogni motivo di una tendenza aggressiva di un paese contro l’altro. La Germania non ha mire aggressive di alcun genere contro l’URSS. Il governo del Reich è d’avviso che fra il Mar Baltico e il Mar Nero non esista alcun problema che non possa essere regolato a soddisfazione dei due paesi. Si tratta qui di problemi quali: Mare Baltico, Stati Baltici, Polonia, questioni sud-orientali, ecc. A prescindere da ciò, la collaborazione politica dei due paesi non potrebbe non essere utile. Questo si riferisce anche all’economia tedesca e sovietica che s’integrano a vicenda in ogni senso. (…) L’inasprimento dellerelazioni tedesco-polacche, provocato dalla politica inglese, come altresì l’incitamento inglese alla guerra e le conseguenti ricerche d’alleanza, rendono necessaria una rapida chiarificazione dei rapporti tedesco-russi. (…)


(Ordine telegrafico di Ribbentrop all’ambasciatore tedesco a Mosca, 14 agosto 1939)

Al cancelliere del Reich signor A. Hitler.

Ringrazio per la lettera. Spero che il patto tedesco-sovietico di non aggressione apporterà un serio miglioramento delle relazioni politiche fra i nostri due paesi. I popoli dei nostri paesi hanno bisogno di reciproche relazioni amichevoli. Il proposito del governo tedesco di concludere un patto di non aggressione crea la base per la liquidazione delle tensioni politiche e per il ristabilimento della pace e della collaborazione fra i nostri due paesi. Il governo sovietico mi ha incaricato di comunicarvi che è d’accordo con l’arrivo del signor von Ribbentrop a Mosca il 23 agosto.

Gli Usa progettano la guerra intestina dell'Europa

(…) Sarebbe desiderio degli Stati democratici che là in Oriente scoppiasse un conflitto bellico fra il Reich tedesco e la Russia. Poiché il potenziale delle forze dell’Unione Sovietica non è finora noto, potrebbe avvenire che la Germania, allontanandosi troppo dalla sua base, venisse condannata a una guerra lunga e debilitante. Allora soltanto gli Stati democratici, come opina Bullitt [ambasciatore degli USA in Francia, ndr], attaccherebbero la Germania e la costringerebbero a una capitolazione. Alla mia domanda se gli Stati Uniti prenderebbero parte a una simile guerra, egli mi rispose: “Indubbiamente sì, ma solo quando Inghilterra e Francia avranno attaccato per prime!” Lo stato d’animo negli Stati Uniti è, come disse, di fronte al nazismo e hitlerismo così teso, che già oggi regna fra gli americani una psicosi simile a quella della dichiarazione di guerra dell’America alla Germania nel 1917.

(Dal Rapporto dell’ambasciatore polacco a Washington, conte Jerzy Potocki, del 21 novembre 1939; cit. secondo Documenti polacchi concernenti la preistoria della guerra. Prima serie, Berlino 1940)

(…) Dalla conversazione con Bullitt ricavai l’impressione che egli abbia ricevuto dal Presidente Roosevelt una precisa definizione del punto di vista adottato dagli Stati Uniti in considerazione dell’attuale crisi europea. (…) Il contenuto di queste direttive, che Bullitt mi elencò nel corso del colloquio durato mezz’ora, è il seguente:

1. Un ravvivamento della politica estera sotto la direzione del Presidente Roosevelt, il quale condanna drasticamente e inequivocabilmente gli Stati totalitari. 2. I preparativi della guerra da parte degli Stati Uniti, per mare, per terra e nell’aria, che vengono spinti con ritmo accelerato e ingoiano l’immensa somma di un miliardo e duecentocinquanta milioni di dollari. 3. La risoluta intenzione del Presidente che Francia e Inghilterra pongano fine a qualunque politicadicompromesso con gli Stati totalitari. Non devono entrare con essi in alcuna discussione, che possa avere per scopo un qualunque spostamento territoriale. 4. Una garanzia morale che gli Stati Uniti abbandoneranno la politica isolazionistica e saranno pronti, nel caso di una guerra, a intervenire attivamente a fianco dell’Inghilterra e della Francia. L’America è disposta a mettere a loro disposizione tutte le sue risorse finanziarie e tutte le sue provviste di materie prime.

(Dal Rapporto dell’ambasciatore polacco a Washington, conte Jerzy Potocki, del 16 gennaio 1939; cit. secondo Documenti polacchi concernenti la preistoria della guerra. Prima serie, Berlino 1940)

venerdì 4 settembre 2009

Breve nota sui patti dell'agosto 1939

(Il Patto di Mutuo Soccorso tra il Regno Unito e la Polonia e il Patto Molotov-Ribbentrop)
di Tiberio Graziani

Considerando le alleanze firmate dalla Gran Bretagna insulare nella cornice della sua secolare politica di potenza anti-europea, finalizzate a contenere e scongiurare i propositi di amicizia e / o integrazione tra le nazioni del Continente Europeo, vale la pena ricordare - come esempio illustrativo - il Patto di Mutuo Soccorso fra il Regno Unito e la Polonia, siglato a Londra il 25 agosto 1939.
Come noto, il trattato di amicizia anglo-polacco sottoscritto da Lord Halifax e dal Conte Rczynski, costituì una deliberata violazione (1) del similare trattato che Germania e Polonia firmarono il 26 gennaio 1934, e, soprattutto, un'esplicita interferenza nelle delicate relazioni tra il Reich nazionalsocialista e l'URSS; Berlino e Mosca, infatti, appena due giorni prima, il 23 agosto, avevano stipulato un trattato di non aggressione, passato alla storia come patto Molotov-Ribbentrop, dal nome dei rispettivi ministri degli esteri.
In questo caso, il Regno Unito intendeva utilizzare - come tassello di un dispositivo diplomatico-militare, teoricamente paritario, - la posizione strategica della Polonia quale "cuneo" interposto tra le due potenze continentali, al fine di incidere, contemporaneamente, sia sulla creazione di un potenziale asse Mosca-Berlino, sia sugli accordi tedesco-polacchi, ed eliminare, in tal modo, qualsiasi futura potenziale prospettiva di saldatura / integrazione tra la Penisola Europea e la massa continentale asiatica.
L'azione di disturbo ideata da Londra, attraverso una sottile trama di attività diplomatiche, nella quale erano coinvolti gli Stati Uniti (2), era perfettamente coerente con la dottrina geopolitica britannica, il cui sfruttamento delle tensioni tra le nazioni continentali costituiva un pilastro fondamentale della sua politica di equilibrio.
NOTE:

1. Alcuni mesi prima, il 19 maggio 1939, un accordo di reciproco aiuto tra Francia e Polonia (probabilmente su richiesta degli Stati Uniti e del Regno Unito) fu firmato a Parigi dall'ambasciatore polacco Juliusz Lukasiewicz e dal ministro francese degli Affari Esteri, Georges Bonnet. Per Berlino, e sotto certi aspetti anche per Mosca, i due Patti di Mutuo Soccorso costituivano una sorta di minaccia per la pace continentale.
2. Ci riferiamo alle riunioni tra l'ambasciatore americano William Christian Bullitt Jr. e gli ambasciatori polacchi Potocki e Lukasiewicz, avvenute in Francia nel novembre 1938 e febbraio 1939; si veda Giselher Wirsing, Roosevelt et l'Europe (Der Kontinent Masslose), Grasset, Paris, 1942, p. 266.

In occasione dell’anniversario della seconda guerra mondiale: Dietro le quinte della guerra tra la Germania e la Polonia

di Sergej Brezkun.
La guerra tra la Germania e la Polonia è stata la prima fase della seconda guerra mondiale. In realtà, potrebbe darsi benissimo che l'ultima fase del conflitto che, divenendo in seguito globale, si tramutò nella seconda guerra mondiale, non fu causata dai motivi che resero inevitabili gli sviluppi, ma solo perché tale era l’interesse del mondo anglo-sassone.
L'Occidente, naturalmente, convenientemente sostiene che l'URSS condivideva la responsabilità della seconda guerra mondiale con la Germania. La famigerata risoluzione del 3 luglio 2009 dell’OCSE riflette il concetto, ma in realtà l'Europa e gli Stati Uniti stanno semplicemente spostando la colpa sugli altri.
Si dovrebbe tenere a mente che la Gran Bretagna e la Francia estesero le garanzie formali di sicurezza alla Polonia, ma, come è risultato in seguito -, fin dall'inizio non avevano alcuna intenzione di sostenerla con alcuna azione. Washington, nel frattempo, rafforzava l'idea di Varsavia che la Polonia fosse in grado di resistere, senza un più ampio sistema europeo di sicurezza collettiva.
Essendo in gran parte una formalità, il 3 settembre 1939 la dichiarazione di guerra alla Germania, da parte della Gran Bretagna e della Francia, tuttavia portò la guerra tra la Germania e la Polonia a livello pan-europeo. Gli Stati Uniti spinsero attivamente la Gran Bretagna e la Francia a sfidare la Germania, e quindi la guerra divenne velocemente mondiale.
Per quanto riguarda l'URSS, la verità è che non aveva niente a che fare con tutta questa storia.
Il conflitto che alla fine culminò nella seconda guerra mondiale è stato provocato dal disaccordo su Danzica e il corridoio polacco, che era in realtà l'unico grave problema rimasto sul panorama politico in Europa, nella primavera del 1939.
Col trattato di Versailles, Danzica, un’antica città polacco-tedesca la cui popolazione, nel XX secolo, era quasi interamente tedesca da secoli, fu proclamata Città Libera di Danzica, un quasi-stato sotto l'egida della Società delle Nazioni. Il territorio tedesco era attraversato dal Corridoio polacco che collegava la Polonia al mare e separava la Prussia orientale dal resto della Germania. Questa configurazione imposta dagli alleati della prima guerra mondiale era intrinsecamente esplosiva, e non solo violava gli interessi della Germania, ma ha presentato una minaccia per l'Europa e il mondo intero in quanto ha letteralmente programmato il conflitto futuro.
Lloyd George scrisse nel 25 marzo 1919, nel Memorandum di Fontainebleau:
"se essa [la Germania] ritiene che sia stata trattata ingiustamente nella pace del 1919, troverà i mezzi per esigere la giusta punizione dai suo conquistatori ... Il mantenimento della pace allora dipenderà dall’inesistenza di cause di esasperazione che attizzino lo spirito di patriottismo, di giustizia o di fair play per ottenere il risarcimento ... Per queste ragioni, pertanto, sono fortemente contrario al trasferimento di tedeschi dal dominio tedesco al controllo di qualche altra nazione, e che eventualmente può essere aiutata. Non riesco a concepire una causa maggiore di una futura guerra, diversa da quella del popolo tedesco, che ha certamente dimostrato di essere una delle razze più vigorose e potenti del mondo, che verrebbe circondato da una serie di piccoli Stati, molti dei quali costituiti da popoli che non hanno mai istituito in precedenza un governo stabile da se stessi [un riferimento implicito alla cechi e polacchi - S. Brezkun], ma ciascuno di essi ospitano grandi masse di tedeschi, che chiedono a gran voce il ricongiungimento con la loro terra natia. La proposta della commissione polacca, che vorrebbe porre 2.100.000 tedeschi sotto il controllo di un popolo di religione diversa e che non ha mai dimostrato una capacità di auto-governo stabile in tutta la sua storia, a mio giudizio, porterà prima o poi a una nuova guerra nell'Europa Orientale".
La Polonia ha ostinatamente rifiutato di prendere in considerazione eventuali modifiche rispetto allo status quo, e neppure ha cercato di offrire serie garanzie di mantenerle, come per il paese, l'unica garanzia realistica poteva essere basata su un trattato trilaterale che coinvolgeva non solo la Gran Bretagna e Francia, ma anche l'URSS. La Polonia non ha consentito il dispiegamento delle truppe sovietiche nel caso di un attacco tedesco, ed ha anche respinto la richiesta dell'Unione Sovietica, che potenzialmente avrebbe agito come suo alleato, di avere concesso il diritto all’uso di basi aeree. Si può citare come prove documentale il messaggio inviato dal ministro degli Esteri polacco, J. Beck, all’ambasciatore Polacco in Francia, Lukasiewicz, il 20 agosto 1939 (a soli 10 giorni dallo scoppio della guerra), in cui affermava che la Polonia non aveva trattati militari di qualsiasi tipo con l'Unione Sovietica e non aveva alcuna intenzione di firmare dei trattati del genere.
La posizione di Varsavia paralizzò i colloqui sulle questioni militari tra l'Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, che si aprirono a Mosca il 12 agosto 1939. In realtà, le posizioni dei partner dell'Unione Sovietica - Gran Bretagna e Francia - non furono molto più costruttive. Gli "Alleati" hanno portato al tavolo delle trattative un'opzione alternativa - una guerra comune contro la Germania - con condizioni tali che l'Unione Sovietica avrebbe dovuto sopportarne circa l’80-90% del peso.
Nel frattempo la Germania chiese con decisione che Varsavia affrontasse il problema del corridoio polacco senza indugio, per esempio, attraverso un referendum con la supervisione a livello internazionale. Il Piano di Berlino era che la Germania ottenesse il diritto di costruire o una galleria o una strada extraterritoriale che la collegasse alla Prussia orientale, nel caso in cui la maggioranza della popolazione del corridoio avesse preferito rimanere sotto il controllo polacco. In caso contrario, la Polonia avrebbe avuto il diritto alle comunicazioni extraterritoriale con il porto di Gdynia e Danzica, quest'ultima doveva essere annessa alla Germania.
Guidata da Londra e Parigi - e, indirettamente, da Washington - il governo polacco continuava a respingere l'offerta della Germania. I veri responsabili, che si trovavano dall’altro lato dell'Oceano Atlantico, avevano necessità della guerra, e non della pace. Il loro schema era di lasciare che questa piccola guerra evolvesse in quella tra Germania e Unione Sovietica.
Nel complesso, né Stalin né l’URSS avevano alcun motivo per abbracciare la guerra, e il 23 agosto 1939 l'Unione Sovietica e la Germania hanno firmato il Patto di non aggressione a Mosca che, tra l'altro, era basato sul Trattato di neutralità sovietico-tedesco del 1926, prorogato da Hitler nel 1933, e ancora efficace nel 1939.
Vorrei citare due valutazioni del Patto. Il primo di P. N. Miljukov, un membro di spicco del Partito Democratico Costituzionale russo, che aveva prestato servizio nel 1917 come ministro degli Esteri nel periodo del governo provvisorio post-zarista. Disse: "Per quanto riguarda l'accordo tra Hitler e Stalin sulla neutralità della Russia - le democrazie occidentali, qualora decidano di combattere la Germania, prenderanno la decisione su base volontaria già dopo la firma del patto sovietico-tedesco del 23 agosto... È possibile immaginare che un qualsiasi russo voglia che la Russia, non ancora riarmata, accetti l'intero onere della guerra con il potente esercito di Hitler? Qual è la colpa di Stalin in quelle circostanze? Optare per la neutralità, e quindi guadagnare tempo? Ovviamente il patto non era diretto contro le democrazie, e se un giorno la mappa del mondo apparirà molto diverso da quello che ci aspettavamo, dovranno rimproverare se stessi e non l'URSS..."
Il seguente è un estratto del messaggio cifrato inviato a Parigi dall'ambasciatore francese a Mosca: "L’accordo del 23 agosto non è quel colpo insidioso per la Polonia e per noi, che la Germania spera che sia".
Quest'ultima era assolutamente vera. È altrettanto vero che il patto tedesco-sovietico ha reso impossibile per la Gran Bretagna e la Francia agire a tradimento nei confronti della Russia e la Polonia fu costretta ad esercitare una misura di realismo. Purtroppo, divenne presto chiaro che la Polonia e il realismo erano fondamentalmente dei fenomeni eterogenei...
La Polonia indipendente crollò anche prima di quanto chiunque, tra cui Hitler, poteva aver progettato. Dal punto di vista razionale, la sua scomparsa rese la garanzia d’"indipendenza" della Gran Bretagna e della Francia, una volta presentata a quello stato senza speranze, del tutto priva di senso, e sembrò arrivato il momento di iniziare le consultazioni di pace per disinnescare il conflitto. Tuttavia, Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania il 1° settembre 1939.
L'intera sequenza degli eventi fu accuratamente programmata in anticipo dall’"Elite d'oro" internazionale e, naturalmente, non esisteva alcuna possibilità di pace tra Gran Bretagna e Francia da un lato, e la Germania, dall'altra. Vale la pena notare però, che la guerra che la Gran Bretagna e la Francia combatterono contro la Germania, non aveva praticamente causato alcun decesso fino alla primavera del 1940, e rimase nella storia con il nome de "la strana guerra".

Traduzione di Alessandro Lattanzio.

venerdì 12 giugno 2009

Memorandum sull'accordo commerciale tedesco-sovietico del 1940

Riportiamo di seguito il memorandum del ministero degli esteri della Germania Nazional-Socialista, in cui il fuzionario della sezione economica Dr. Karl Schnurre, riporta i termini degli accordi fra questa e la Russia Sovietica.

Oltre all'ingente ammontare degli accordi e alla convizione di aver creato una forte e duratura amicizia fra Germania e Russia, è importante per sottolineare i rapporti più che amichevoli che intercorrevano fra le due potenze europee anche dopo l'inizio della seconda guerra mondiale e prima del 22 giugno 1941.


MEMORANDUM SULL'ACCORDO COMMERCIALE TEDESCO-SOVIETICO FIRMATO L'11 FEBBRAIO 1940

L'Accordo si basa sulla corrispondenza, citata in preambolo, tra il Ministro per gli Affari Esteri del Reich ed il Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo Molotov, del 28 settembre 1939. L'Accordo rappresenta il primo grande passo verso il programma economico desiderato da entrambe le parti, e verrà seguito da altri.

1. L'Accordo copre un periodo di 27 mesi, cioè, le forniture sovietiche, che vanno eseguite entro 18 mesi, verranno compensate a loro volta da forniture tedesche entro 27 mesi. Il punto più problematico della lettera del 28 settembre 1939, e cioè che le forniture di materie prime sovietiche andavano compensate con forniture di prodotti industriali tedeschi in un periodo di tempo più lungo, è quindi stato risolto secondo i nostri desideri. Questo non è stato possibile senza un duro confronto. Solo il messaggio personale del Ministro degli Esteri del Reich a Stalin ci ha portati all'accordo finale. La clausola dei 18 e 27 mesi rappresenta una soluzione di compromesso, dato che ad intervalli prestabiliti, e cioè ogni 6 mesi, le reciproche forniture di merci devono essere bilanciate secondo la proporzione prefissata. Se questa proporzione non viene rispettata, cioè in
particolare se le forniture tedesche sono in arretrato rispetto alle forniture sovietiche fissate nell'Accordo, l'altra parte ha diritto a sospendere temporaneamente le proprie forniture, fino a che la proporzione non viene raggiunta di nuovo. Questa clausola è fastidiosa, ma non ci è stato possibile eliminarla, dato che è stata adottata da Stalin stesso nei colloqui finali.

2. Le forniture sovietiche. Secondo l'Accordo, l'Unione Sovietica fornirà entro i primi 12 mesi materie prime per un importo di circa 500 milioni di Reichsmark.
Inoltre, i Sovietici forniranno materie prime, previste dall'Accordo
creditizio del 19 agosto 1939, per un importo di circa 100 milioni di
Reichsmark.
Le materie prime più importanti sono le seguenti:
1.000.000 di tonnellate di cereali per mangimi, e di legumi, per un importo di circa 120 milioni di Reichsmark
900.000 tonnellate di petrolio per un importo di circa 115 milioni di Reichsmark
100.000 tonnellate di cotone, per un importo di circa 90 milioni di Reichsmark
500.000 tonnellate di fosfati
100.000 tonnellate di minerali di cromo
500.000 tonnellate di minerali di ferro
300.000 tonnellate di rottami di ferro e ghisa
2.400 chilogrammi di platino
Minerali di manganese, metalli, legnami, e numerose altre materie prime.
A ciò vanno aggiunte anche le esportazioni sovietiche nel Protettorato, non incluse nell'Accordo, per un importo di circa 50 milioni di Reichsmark. In tal modo, le forniture nette di merci dall'Unione Sovietica nel primo anno ammonteranno ad un totale di 650 milioni di Reichsmark.
Inoltre, vi sono altri importanti benefici. Sulla base della corrispondenza del 28 settembre 1939, l'Unione Sovietica ci ha concesso diritti di transito da e per la Romania, l'Iran, l'Afghanistan e i paesi dell'Estremo Oriente, cosa particolarmente importante in vista degli acquisti tedeschi di soia dal Manchukuo. I costi di trasporto lungo la ferrovia transiberiana sono stati ridotti del 50 per cento per la soia. Gli addebiti di trasporto in transito verranno regolati tramite un sistema di compensazione, ed ammontano a circa 100 milioni di Reichsmark.
Aggiungendo alcune altre voci (percentuale di compensazione negli acquisti di materie prime da parte dell'Unione Sovietica presso paesi terzi), si può ritenere che durante i primi 12 mesi le forniture ed i servizi resi dai Sovietici ammonteranno ad un totale di circa 800 milioni di Reichsmark.

3. Finora, solo una parte delle forniture sovietiche per il secondo anno di trattato è stata fissata. Durante i primi sei mesi del secondo anno di trattato, l'Unione Sovietica fornirà alla Germania materie prime per un valore di 230 milioni di Reichsmark, dello stesso tipo di quelle del primo anno di trattato. Si prevede che i negoziati verranno ripresi prima della scadenza del primo anno di trattato, e le quantità per gli scambi di merci per il secondo anno di trattato verranno allora definite, ed anche aumentate al di sopra del volume del primo anno di trattato.

4. Le forniture tedesche includono prodotti industriali, procedimenti ed installazioni industriali, nonché materiali bellici. Le forniture sovietiche dei primi 12 mesi dovranno venir compensate da noi entro 15 mesi. Le forniture sovietiche dei primi 6 mesi del secondo anno di trattato (mese dal 13esimo al 18esimo) dovranno venir compensate da noi entro 12 mesi (mese dal 16esimo al 27esimo).

5. Tra le forniture sovietiche dei primi 18 mesi ci sono 11.000 tonnellate di rame, 3.000 tonnellate di nichel, 950 tonnellate di stagno, 500 tonnellate di molibdeno, 500 tonnellate di wolframio, 40 tonnellate di cobalto. Queste forniture di metalli sono destinate ad eseguire le forniture tedesche all'Unione Sovietica. Dato che questi metalli non sono immediatamente disponibili in Germania, e non verranno consegnati fino a che il trattato non entrerà in vigore, sarà necessario coprire il periodo iniziale, facendo uso dei metalli delle nostre riserve per le forniture tedesche all'Unione Sovietica, ripianandole poi con le forniture sovietiche in arrivo. Non è stato possibile ottenere alcuna altra soluzione, come la consegna anticipata dei metalli, da noi inizialmente richiesta.
Inoltre, l'Unione Sovietica ha dichiarato la propria disponibilità ad agire come acquirente di metalli e materie prime presso paesi terzi. Al presente, non è possibile giudicare in quale misura si possa adempiere tale promessa, in vista delle intensificate contromisure inglesi. Ma dal momento che Stalin stesso ha ripetutamente promesso un aiuto generoso da questo punto di vista, ci possiamo aspettare che l'Unione Sovietica compirà ogni possibile sforzo.

6. I negoziati sono stati molto difficili e lunghi, per motivi sia materiali che psicologici. Indubbiamente, l'Unione Sovietica ha promesso molto di più di quanto si possa giustificare da un punto di vista puramente economico, e dovrà svolgere le forniture alla Germania parzialmente a discapito delle proprie stesse necessità. D'altra parte, è comprensibile che il governo sovietico sia ansioso di ricevere come compensazione quegli articoli che difettano all'Unione Sovietica. Dal momento che l'Unione Sovietica non importa alcun tipo di prodotto di consumo, i loro desideri riguardavano esclusivamente prodotti finiti e materiali bellici. Quindi, in molti casi, le ristrettezze sovietiche coincidono con quelle tedesche, come ad esempio i macchinari per la produzione di munizioni d'artiglieria. Non è stato facile trovare un compromesso tra gli interessi delle due parti. Dal punto di vista psicologico, la sfiducia dei Russi, sempre presente, ha avuto importanza, così come la paura della responsabilità. Ed il Commissario del Popolo Mikoyan ha dovuto riportare numerose questioni a Stalin in persona, non avendo egli autorità decisionale sufficiente.
Nonostante tutte queste difficoltà, durante i lunghi negoziati il desiderio del governo sovietico di aiutare la Germania e di consolidare fermamente l'intesa politica anche in terreno economico è diventato sempre più evidente.
L'Accordo significa per noi una porta spalancata sull'Oriente. Gli acquisti di materie prime dall'Unione Sovietica e da paesi confinanti con essa possono essere ancora considerevolmente aumentati. Ma è essenziale adempiere gli impegni tedeschi nella misura necessaria. Visti i grandi volumi, questo richiederà uno sforzo speciale. Se riusciamo ad estendere ed espandere le esportazioni verso l'Est secondo il volume necessario, gli effetti del blocco commerciale inglese verranno decisivamente indeboliti dall'arrivo delle materie prime importate.

Berlino, 26 febbraio 1940

Dr. SCHNURRE (traduzione di M.A.)

domenica 7 giugno 2009

Colonnello russo incolpa la Polonia per aver iniziato la seconda guerra mondiale

Incolliamo di seguito un pezzo di Andrea Carancini in cui si riprende un articolo inserito sul sito del Ministero della Difesa russo; questo articolo contiene l'accusa alla Polonia di aver scatenato, con il suo comportamento anti tedesco, la seconda guerra mondiale. Alla luce del fatto che allo scoppio della guerra, URSS e Germania Nazional Socialista erano alleate, l'opinione è da tenere in grande considerazione.

Un articolo scientifico pubblicato giovedì scorso sul sito del Ministero della Difesa russo ha incolpato la Polonia di aver iniziato la seconda guerra mondiale (http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/06/04/AR2009060402281.html ).

Il detto articolo non costituisce una dichiarazione ufficiale da parte del governo ma l’autore è il colonnello Sergei Kovalyov, direttore delle attività di ricerca dell’Istituto di Storia Militare del Ministero della Difesa. Il portavoce del Ministero, colonnello Alexander Drobyshevsky, ha detto che gli articoli scientifici pubblicati sul sito del Ministero non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Ministero.

L’articolo, intitolato “Finzioni e Falsificazioni nella valutazione del ruolo dell’Unione Sovietica alla vigilia della seconda guerra mondiale”, racconta come alla vigilia dell’invasione della Polonia da parte della Germania, avvenuta il 1 Settembre del 1939, Hitler chiese che la Polonia cedesse il controllo di Danzica e del corridoio di terra tra la Germania e l’attuale Kaliningrad. “Chiunque abbia studiato la storia della seconda guerra mondiale senza pregiudizi sa che laguerra iniziò a causa del rifiuto della Polonia di soddisfare le richieste dellaGermania”, ha scritto. Kovalyov ha definito tali richieste “assolutamenteragionevoli”. Ha osservato: “La stragrande maggioranza dei residenti di Danzica, tagliati fuori dalla Germania dal Trattato di Versailles, erano tedeschi che desideravano sinceramente la riunificazione con la loro madrepatria storica”.

sabato 6 giugno 2009

22 Giugno - Lutto Continentale



22 giugno, giornata di Lutto Continentale. Il 22 giugno anche quest'anno arriverà e passerà nell'indifferenza generale, senza che nessuno dai grandi canali dell'informazione e della cultura abbia né il coraggio né la forza di celebrarlo. Ma noi patrioti abbiamo il dovere di celebrarlo profondamente e spiritualmente con il rigore e la serietà che si conviene ad un evento così luttuoso. Infatti, il 22 giugno 1941, è la data di morte scolpita sulla tomba dell'Europa. Il giorno più nefasto della nostra storia, il giorno in cui siamo stati sconfitti. Sconfitti da noi stessi, dalla debolezza e dalla mancanza di coraggio e passione: è il giorno in cui la Germania del Terzo Reich e l'Impero Sovietico cominciano la loro guerra fratricida. L'atto che fulminò ogni speranza rivoluzionaria. In un suo scritto Dugin riporta un episodio interessante:Arno Breker, il famoso scultore tedesco, che conobbe benissimo Bormann, parlò a Parvulesco di una strana visita che ricevette da questi a Jackelsburg. "Il 22 giugno 1941, immediatamente dopo l'attacco della Germania di Hitler contro l'URSS, Bormann andò da lui senza precauzioni, in stato di shock, avendo lasciato il suo ufficio al Reichskanzlerei. Egli ripeteva continuamente la stesso misterioso giudizio: "Il Non Essere, in questo giorno di giugno, ha vinto sull'Essere…Tutto è finito…Tutto è perduto…" Quando lo scultore chiese che cosa volesse dire, Bormann tacque; poi, ormai alla porta, si volse per aggiungere qualcosa, poi decise di non farlo e se ne andò sbattendo la porta.
Il non essere vinse sull'essere, o meglio, i conservatori vinsero sui rivoluzionari, gli stupratori della terra sul continente eurasiano. Quello che poteva essere il Continente, l'Impero dell'avvenire, si trasformò in colonia; ma quel che è peggio, la spiritualità, il socialismo continenatale si trasformarono in materialismo, capitalismo, economicismo. La frattura sulla nostra terra, darà la possibilità a poteri estranei di insediarsi ed appropriarsi della nostra libertà. Sarà compito degli storici e degli studiosi chiarire le dinamiche di quanto successe, ma l'importante è capire la lezione che da questo evento ci deriva. Facciamo che la data più importante della nostra storia possa essere per noi anche l'insegnamento più profondo, affinché certi errori non si ripetano. Così che il 22 giugno 1941 non sarà più una data luttuosa, ma il simbolo del sacrificio che avrà segnato la strada per il futuro dei rivoluzionari europei.

Gli ultimi negoziati Germania-Urss nel 1940. L'ultima opportunità gettata, la vittoria dell'Europa sfuma, il mondo nelle mani USA.
Nell’ottobre 1940 Hitler pensò di allargare il patto tripartito facendovi aderire la Russia comunista. Le basi di questo fondamentale accordo sarebbero state basi geopolitiche, l’accordo, nella mente di Hitler, si sarebbe basato su zone d’influenza: Germania e Italia in Europa e Africa, Giappone per l’Asia estremo-orientale, la Russia avrebbe avuto la zona del golfo persico, l’Iran, l’India.

All’invito dell’ottobre 1940 di Ribbentrop a Stalin, concernente la conclusione di un vasto accordo fra le due potenze (accordo da raggiungere grazie un viaggio a Berlino di Molotov), il capo sovietico rispose con queste parole: “Sono d’accordo con voi nel pensare che un nuovo miglioramento dei rapporti tra i nostri Stati è del tutto possibile, fondandolo sulle basi durevoli di una delimitazione a lungo termine dei reciproci interessi”.

Molotov arrivò a Berlino il 12 novembre. Ebbe colloqui con Ribbentrop e con Hitler. “L’interesse della Germania e dell’Unione Sovietica esige che questi due Paesi collaborino e non lottino l’uno con l’altro” disse. Considerava da completare la suddivisione delle sfere d’influenza fatta dal patto dell’agosto 1939.

Ribbentrop propose a Molotov l’adesione al patto tripartito (l’Asse) e due protocolli segreti: uno sulla divisione d’influenze già citata, l’altro per il libero passaggio dell’Urss attraverso gli stretti (mentre le potenze rivierasche non avrebbero potuto entrarvi).

Ma Molotov non poteva accettare condizioni firmando in bianco proposte tedesche. Per questo lasciò Berlino e preparò una controproposta. La rimise all’ambasciatore tedesco il 25 novembre: accettava di entrare nel patto tripartito, e accettava il primo protocollo segreto; il secondo avrebbe avuto delle modifiche: l’Urss avrebbe avuto una base terrestre e navale nei Dardanelli, la Turchia sarebbe stata invitata nel patto quadripartito (e solo se avesse accettato sarebbe stata garantita la sua integrità territoriale). In più la Russia proponeva altre clausole: la Germania avrebbe ritirato le truppe dalla Finlandia: il Giappone avrebbe rinunciato alle concessioni di carbone e petrolio a nord di Sahalin; la Bulgaria , trovandosi nella zona di sicurezza delle frontiere dell’Urss avrebbe dovuto firmare con questa un patto di assistenza reciproca (senza intaccare il regime interno e la sovranità della Bulgaria stessa).

Malgrado l’insistenze sovietiche pesa sulla Germania la responsabilità di non aver risposto a queste controproposte. I rapporti fra le due potenze continentali avranno per tali motivi un brusco cambiamento di rotta, che porterà alla deleteria “operazione Barbarossa” del giugno 1941; con questa operazione fratricida la Germania attaccherà la Russia e l’unico risultato della guerra mondiale sarà l’indebolimento dei due stati cardini dell’Europa, e la perdita di sovranità di questa passata a tempo indeterminato nelle mani statunitensi. E' interesse degli storici chiarire responsabilità ed opportunità inattese, ma il significato di questo momento cardine della nostra storia non dovrà mai essere dimenticato.

(Matteo Pistilli)


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